Dietro al patentino c'è un business miliardario
In questi mesi "abbiamo avuto troppi scienziati in televisione. Bisogna stare attenti a quelli prezzolati, che partecipano ai programmi in cambio di cachet". Lo ha sottolineato il direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettiva Lazzaro Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai3. Ma in generale, ha aggiunto, "l'epidemia ha reso noi esperti tutti un po' 'bugiardi' perché veniamo presto smentiti dal rapido avanzamento delle conoscenze". Riferendosi quindi all'Organizzazione mondiale della sanità ed al fatto che i test sierologici non hanno una valenza di patentino di immunità, Ippolito ha rilevato come "l'Oms, che pure ha i suoi difetti perché corre dietro alla lepre dopo che è scappata, finalmente ha detto che non esistono patentini di immunità per il coronavirus, cosa che il Comitato Tecnico Scientifico ha da sempre sostenuto".
E da Ippolito arriva anche un netto no al patentino di immunità per le vacanze in Sardegna. Test salivari rapidi, ha spiegato, "non sono validati". Inoltre, "dietro c'è un affare privato miliardario, perché vengono tutti convinti che va fatto un test, e che va fatto presso laboratori privati". "L'Oms, che pure ha i suoi difetti perché corre dietro alla lepre dopo che è scappata - ha aggiunto - finalmente ha detto che non esistono patentini di immunità per il coronavirus, cosa che il Comitato Tecnico Scientifico ha da sempre sostenuto". Oggi inizia lo studio di prevalenza realizzato da Istituto Superiore di Sanità e Istat, basato su test sierologici, strutturato per sesso, età e attività lavorative. "Darà una fotografia reale della situazione. Si stima che al massimo troveremo il 5% di positivi in Italia, in Sicilia e Sardegna meno del 2%. Questo - ha concluso - sarà utile ai fini epidemiologici, non del singolo individuo".
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